Nasce oggi la nuova Collana Quetzal di Felici Editore, curata dall’Associazione Qulture e diretta da Michela Rossi. L’autore del primo romanzo della Collana, in libreria dal 27 maggio, è l’esordiente George Gavrilita, che con “La sua essenza era musica” è risultato vincitore dell’edizione 2020 del Premio letterario Qulture ti pubblica @ Una Ghirlanda di Libri.

Chi è George

George Gavrilita

George è nato nel 1992 nella piccola cittadina rumena di Macin e, a dieci anni, si è trasferito con la famiglia a Torino. Ha proseguito gli studi in Francia, dove si è laureato in Scienze Politiche, e in Cina, dove si è avvicinato alla meditazione. La conoscenza di numerose lingue gli ha permesso sia collaborazioni con organismi ONU quali l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), sia di girare il mondo da oltre un decennio come arbitro di tornei del gioco fantasy “Magic: The Gathering”. Al momento è studente di medicina, e nel tempo libero ama divertirsi al pianoforte e alla batteria.

“La sua essenza era musica”

George, trentenne arbitro di tornei internazionali di carte Magic e virtuoso di beatbox, viene ospitato, la sera precedente un torneo, in una casa frequentata da giovani musicisti. Questi si ritrovano a suonare insieme e, consumando funghi allucinogeni, raggiungono un’inesplorata amplificazione sensoriale e una profonda armonia mentale. Si susseguono, così, fitte dissertazioni filosofiche sulla musica, sul senso della vita e sull’amore, tra cadute libere negli abissi insondabili del pensiero e repentine regressioni ai giochi d’infanzia.

Sulle orme della migliore letteratura e poesia degli ultimi due secoli, Gavrilita si pone alla ricerca di forme altre di pensiero e di esperienza nel tentativo di stringere tra le dita un’età che pare, ma non resta eterna: la giovinezza. Perché, in realtà, ogni allucinazione aperta dalle pagine di questo romanzo è solo il pretesto per arrivare alle porte di nuove trascendenze e percezioni. La sua essenza era musica è un romanzo fresco ed eclettico come il suo autore. Scritto in prima persona, con linguaggio veloce e diretto, Gavrilita ci prende per mano – la musica protagonista – esplorando le capacità mentali e l’attitudine a «volare col pensiero» insita in ognuno di noi.

Vi regaliamo qualche frase in anteprima!

“Continua per minuti e minuti mentre esploriamo nuovi arcipelaghi, ma la cosa divertente è che il nostro capitano delle onde è sempre lì, la presenza silenziosa e sicura che fa le stesse tre note e slap come se fosse nato per farlo e fosse il custode di quel suono finché non muore e lo trasmette ai suoi discendenti.”

“In questo gruppo tutti sono anche pronti ad ascoltare e a seguire, non c’è nessun vero protagonista. Non c’è un leader, e in fin dei conti non ci serve. Spesso, c’è solo bisogno di lasciarsi andare e seguire la nostra intuizione, il gruppo, l’atmosfera.”

“L’ultima parte della canzone non è una passeggiata, è una marcia trionfale di un imperatore romano. Visti da fuori magari sembriamo dei principianti, e probabilmente lo siamo anche, ma tutto ciò che conta è come ci sentiamo. Per me, le trombe fanno tutta la differenza del mondo. Prima eravamo un gruppo di persone che suonavano, ma una volta che ci sono quelle, siamo una band.”

“William ha aspettato il suo momento come un leopardo delle nevi. Avrebbe potuto rimanere lì per sempre se non avesse avuto una buona ragione per muoversi, ma ora l’ha trovata, e si è mosso. Seduto sulla sedia, tenendo il basso piatto sulle ginocchia come la gente teneva i telai per tessere una volta, William tocca le corde e aggiunge una nuova trama alla canzone. Hugo è il flusso, ora di macchine ora di pedoni, Samuel come un semaforo dà spazio prima alle une poi agli altri, e William… beh, William è come se avesse preso la scena, e ce la stesse facendo vedere attraverso degli occhiali da sole arancioni.”

“Eya nana weya nana weeeh…” Comincio anche a schioccare le dita. Sono di gran lunga tutte le percussioni di cui questa canzone ha bisogno, forse anche troppo. Anche Jim e Bob muovono la testa a ritmo. Dopo un po’ smetto di schioccare le dita e dal blues la canzone ritorna in terra tribale. Poi, metto giù il microfono. Dopo un altro po’, William non tocca più le corde. Quindi Samuel smette di suonare i tasti. E Hugo conclude da solo, proprio come ha iniziato.

“Ecco un pezzo da un milione di dollari ragazzi, un milione di dollari, e ce l’abbiamo registrata… Aspetta, fammi controllare… Sì sì, la registrazione sta continuando, quindi dovrebbe essere tutto a posto… wow…” Sorrido, pensando che un milione di dollari, o anche una piccola parte di esso, non sarebbero male, ma anche se non ascolterò mai più questa canzone prima che tutto sia finito, sono grato di averla potuta ascoltare almeno questa volta.

“È facile per te, tu parli spagnolo!” dice Hugo, ma senza aspettare la replica parte: “Nana-nana-nana-nana, nana-nana-nana-nana, nana-nana RUM-BE-AAAN-DO!” Stiamo tutti ridendo a crepapelle, ma Hugo riesce miracolosamente a rimanere serio fissando Samuel, che però sta per scoppiare a ridere anche lui. Ora che ci penso, quando cerchi di non ridere e fai la faccia seria e respiri piano hai la stessa espressione di qualcuno che sta dando istruzioni al telefono a qualcun altro che sta disinnescando una bomba: “Fermo adesso. Stai andando alla grande. Ora prendi il filo rosso…” “Trenta secondiii!!!” Bob alza la voce, e poi rimane un po’ scioccato lui stesso da quello che ha fatto. Forse è la prima volta che si scompone questo millennio. “Madò Hugo, buona la prima. Il software ha già caricato il file.” “Ok, lo combino con il resto.” “Ma non l’hai risentito!” “5, 4…” “Non c’è tempooo!” “3…” “Fai clic su salva! CLICCA SALVA CAZZOOO!” “2, 1… FINITO!” “IL TEMPO – È – FINITOOO” urla Bob, ogni contegno perduto. “Via le mani dalla tastiera! Via le mani!” dice subito William con lo stesso zelo dell’Inquisizione spagnola.

Ma come, ancora? Beh, non vi resta che correre a comprare il libro!

Il concept della collana Quetzal

Alla ricerca dell’elegante e colorato uccello mesoamericano a cui si ispira, la collana Quetzal vuol proporre scritture e narratori propensi ad avventurarsi, per stile e temi, nelle pieghe di mondi a noi contemporanei, e tuttavia giovani, poco esplorati o addirittura inaspettati. Investigando queste vie poste appena sotto l’intrico del nostro moderno quotidiano, ogni titolo sarà il tentativo di disegnare un pezzo di mappa che, nel cammino, possa orientarci o, in definitiva, perderci verso un’altra dimensione della vita.

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